Hallo guys! Oggi è il 15 febbraio, ultimo giorno qui in terra rumena.Cosí lasciammò il campus.Distese di neve ci accompagnano per il viaggio di ritorno a casa. Dentro il pulmino si respira aria di entusiasmo e ricordi sfumat,i che lasciano il passo alla musica della radio e lunghe pause silenziose. Qualcuno guarda fuori dal finestrino, altri si domandano che cosa abbiano probabilmente dimenticato di prendere al campus, poco prima di andare, altri ancora riposano e sembrano assorti in un silenzio più profondo, come in intimità con
se stessi. Intanto sono le 8:41 e l’attrito delle tiote sulla neve è quasi assente, sembrano scivolare come in un slittino per la corsa all’ultimo giro. La fiducia ci guida e ci permette di rilassarci abbondantemente.L’aereo ci aspetta ragazzi. Partiremo all’una e 45 .
Vorrei fare un passo indietro adesso, vorrei ma non posso, vengo interrotto da vari richiami dei ragazzi che mi riportano al presente, ai loro ricordi, ai nostri ricordi bellissimi. Ogni tanto vola un “fuck you” , ma tranquilli tutto normale, ricordiamo solo affettuosamente Sorin, uno dei ragazzi disabili dell’Irizs has, che amava salutare e e scherzare attraverso gesti, parole al limite del buon costume, ma a noi faceva divertire tantissimo. Sono le 8:49 e stiamo facendo una capatina all’Irisz has per gli ultimi saluti alla nostra fantastica guida Zsusza , che ci ha deliziati con altri dolci doni, seguiti dalla Palinka!!!
Abbiamo ripreso la corsa, la gioia per i doni ci accompagna ed io ascolto tutto questo come sottofondo. Mi fermo un secondo, chiudo gli occhi e…vedo scorrere una scritta nella mia mente”Siamo stati 2 settimane in Romania!”. Wow! È proprio vero!!! Ragazzi questa esperienza è stato molto intensa ed edificante.
Abbiamo vissuto 2 settimane in 8, divisi in 2 alloggi, in camere singole e doppie. I due appartamenti che ci hanno ospitato odoravano ormai quasi di casa, parevano abitate da tanto tempo. Avevamo adibito una saletta a salotto semiletterario «sorrido molto». Il salotto era la stanza che raccoglieva tutti alla fine di ogni giornata e tra un bicchiere di vino e la Siiigaretttaaaa improvvisavamo giochi, ci raccontavamo, ci prendevamo in giro per le cose sciocche che combinavamo durante il giorno. Mi viene in mente la prima sciata a Covasna County , cioè una delle prime esperienze divertenti extra attività di volontariato. Ogni tentativo di sciata era accompagnato da cadute rovinose seguiti da urla e ghigni di sorpresa. Oltre la distesa di neve vi erano i ragazzi che non sciavano che ridevano come matti e riprendevano divertiti le scene. sotto gli occhi palesemente allegri degli abitanti locali. La mia mente dentro questo caldo pilulmino viaggia troppo velocemente per riuscire a strappare un piccolo raccont. Credo che io stia metabolizando ogni esperienza e realizzando che sono alla conclusione del percorso. Un poco pensieroso mi domando cosa stia lasciando di questa esperienza, cosa abbia dato e cosa stia portando con me. Credo che ogni gran viaggio possa dare una nuova forma, nuovi occhi per guardare e guardarsi. Le esperienze vissute qui per me sono state una grande sfida. Mi sono confrontato con tante realtà nuove ed ho messo in campo tutto ciò che conoscevo per garantire a Davide, il ragazzo che ho accompagnato, un’adeguata serenità e un soggiorno il più possibile confortevole. Lui mi ha aiutato tanto cosí come gli altri ragazzi nella realizzazione delle attività. È cosí che abbiamo imparato a collaborare e rispondere alle varie esigenze di tutti evitando inutili incomprensioni. La vita domestica è stata molto ben organizzata, siamo riusciti ad adempiere sia ai nostri bisogni che a quelli degli altri. Il momento di confronto e di integrazione arriva giorni dopo il nostro arrivo alla cittadina di Sfantu George. Con il nostro arrivo all’Irizs has ha inizio il viaggio più bello della mia vita. L’ accoglienza da parte del personale locale della struttura, in primis di Peter Makkai, il capo della chiesa locale e il presidente dell’associazione sita in Sfantu George. Guidati dalle maestre e dalle cuoche, divisi in gruppi in giorni diversi abbiamo portato un pezzo di noi durane le attività di cucina con Ida e Iuzzi. Il laboratorio delle cere era gestito splendidamente da Elizabeth, la quale ci h insegnato a relizzare candele da confezionare e preparare per l’esposizione e la vendita al pubblico della chiesa locale. Le maestre ci hanno accolto con molta curiosità nelle loro aule con i ragazzi disabil; e ci hanno permesso di trasmettere qualcosa di noi ai ragazzi, molto sorpresi dalla nostra presenza. Cosa dire? Parlerò per immagini, di solito mi riesce meglio «sorrido». Ricordo i loro occhi dolci, pieni di attesa e trepidazione per le varie attività che preparavamo. Abbiamo cantato, ballato, meditato, colorato dei mandala, studiato l’alfabeto. Per il pranzo ci riunivamo tutti insieme nella grande sala della mensa che profumava intorno all’una di cibi deliziosi provenienti dalla cucina. Spesso l’aria sapeva di zuppa di carne e noi volontari scherzosamente urlavamo tra noi, “anche oggi maiale e grasso”,adesso non riesco a fermarmi dal ridere . Intanto sono le 9 e 45 ed una curva del pulmino mi riporta al presente, un cartellone sullo sfondo ci dice che siamo arrivati alla cittadina di Predael. Il paesaggio è tutto colorato di bianco, i rami colmi di neve e le casette sullo sfondo sembrano timidamente nascoste.Un antico treno attraversa la cittadina. Cosí ci lasciammò alle spalle Predael e noi tutti proseguiamo la corsa verso l’aereoporto di Bucarest, a circa 3 ore e 20 da Sfantu George. Credo che adesso siamo circa a metà strada. Numerose immagini mi attraversano cosi anche tutte le emozioni. C’è del caos dentro di me. Ricordo la prima volta sul trattore La prima volta su cosí tanta neve.
La prima volta che vedo squarciare un maiale.
La prima volta che condivido la mia quotidianeità per 2 settimane con persone di cui conosco poco usi, costumi , abitudini.
La prima volta a Sfantu George , ad Arcus, Praedal, e bucarest.
La prima volta alle terme. La prima volta che bevevo palinka.
La prima volta che prendevo un taxi all’estero.
La prima volta che ho ” un appuntamento con una persona rumena” «sorrido»
La prima volta a Brasov e al castello di Bran.
La prima volta che mi relaziono con stranieti cosí da vicino.
La prima volta che cucino per più di 7 persone.
La prima volta che assaggio cosí tanti cibi rumeni.
La prima volta che mi approccio con persone con disabilità.
La prima volta in questa fase più adulta della mia vita che sento di fare parte di una realtà più grande, dentro la quale io posso conaervare me stesso e spendermi per gli altri, sentendomi bene e presente a me stesso.
Queste esperienze, il soggiorno nel week end a Bucarest tra locali e visite culturali, la solidarietà con i ragazzi, le risate, i momenti no, i momenti allegri, hanno riacceso in me quell’entusiasmo e quel senso di fiducia, speranza e calore che avevo perso. La cura per gli altri e la cura di sè hanno fatto ritorno a casa, nel mio tempio interiore. Questo progetto voluto dall’europa e sostenuto dall’associazione uniamocionlus con i suoi repsonsabili Davide di Pasquale ed Eleonora Di Liberto, credo abbiamo dato tantissimo ad ognuno di noi e ci auguriamo con la stessa intensità di aver dato qualcosa agli altri, perchè non c’è più grande gioia del donare senza aspettative. Grazie a tutti per questo viaggio nel viaggio, è stata un’esperienza fantastica, piena di espedienti dal potere incarnativo e ristoratore. Non dimenticherò mai niente e nessuno. E dove c’è amore c’è casa e quindi tutti voi ♡ Grazie grazie grazie grazie köszönöm!
Dal finestrino del pulmino mi accorgo che non manca ancora moltissimo per il primo viaggio che ci riporterà a Catania e poi con il pulman a Palermo. Adesso è il momento di salutarci lettori , Lascio i miei occhi sognanti posati sul finestrino, respirando ancora aria di complicità.
Sziaaaaa